Il parere del medico
Da anni, il binomio vino-salute, si propone sempre più alla nostra attenzione, sia dal punto vista scientifico sia da quello più prettamente alimentare.
Come noto, possiamo riconoscere al vino un ruolo nutrizionale, ricreazionale, alimentare e farmacologico, senza dimenticare e tralasciare il fatto che rappresenta un potente volano economico di svariate regioni italiane.
Il ruolo giocato dal vino nelle nostra alimentazione affonda le radici nella storia stessa dell'uomo, ma solo in questi ultimi anni si e' cominciato a valutarlo in maniera analitica al fine di individuare le sostanze che lo compongono e il loro impatto sulla nostra salute.
A questo proposito, tra le componenti fitochimiche più rappresentative, sono presenti quelle a struttura polifenolica tra cui la vitamina P che comprende un gruppo di sostanze in grado di ridurre lo stress ossidativo che i radicali liberi provocano alle cellule.
Al gruppo dei polifenoli appartengono anche componenti in grado di vantare effetti protettivi specifici che vanno al di là di quello antiossidante, tra questi uno dei più interessanti e' sicuramente il trans-resveratrolo, un polifenolo particolarmente presente nei vini rossi.
E' accertato che il trans-resveratrolo e' una sostanza dotata di attività anticoagulante, antinfiammatoria ed è sicuramente uno dei motivi per cui il vino rosso, consumato in modiche quantità ha un ruolo preventivo sulle patologie coronariche.
Naturalmente non tutti i pregi appartengono al solo vino rosso, in quanto è dimostrato come altre componenti presenti in particolare nei vini bianchi, riescano a ridurre il rilascio di sostanze infiammatorie dai monociti; tra queste bisogna ricordare in particolare il tirosolo e acido caffeico.
Da non trascurare inoltre la particolare ricchezza del vino in alcuni aminoacidi tra cui la prolina e la arginina.
La prolina (1° aminoacido per abbondanza) e' un precursore dell'idrossiprolina, fondamentale costituente del collageno e importante marcatore urinario per il monitoraggio dell'osteoporosi.
L'arginina (2° aminoacido per abbondanza) e' un precursore dell'ossido nitrico, potente vasodilatatore in grado ridurre il rischio di attacchi cardiaci.
Dobbiamo però' riconoscere nel vino anche la presenza di fattori antinutrizionali, cioè di sostanze che possono ridurre la fruibilità del prodotto. Tra queste ovviamente l'etanolo, che seppure in modiche quantità sembrerebbe correlato ad un effetto vasodilatatore coronarico, a quantità più elevate mostra ben presto effetti tossici sistemici.
Tra i fattori antinutrizionali sono rappresentati tannini, polimeri polifenolici, in grado di interferire con l'assorbimento di ioni metallici come quello ferroso, ma che d'altro canto agiscono da batteristatici e giocano un ruolo fondamentale nella percezione gustativa.
In conclusione il vino al pari di ogni alimento si presenta con il suo carico di sostanze potenzialmente benefiche o tossiche e questo spesso finisce per disorientare il consumatore.
Come spesso succede, la discriminante e' legata alla quantità di prodotto consumato, che distingue l'effetto salutare da quello tossico.
La nostra è un epoca in cui è di moda privilegiare alimenti energetici e plastici a scapito di quelli protettivi, con conseguente proliferazione delle cosiddette “patologie del benessere” il più delle volte legate ad eccessi alimentari che paradossalmente espongono l'organismo a carenze di micronutrienti.
In questa ottica il vino può essere considerato un prezioso alleato in quanto ci consente di curare la nostra salute gratificando il nostro palato.
I solfiti sono composti praticamente sconosciuti a gran parte delle persone, a meno che non soffrano di patologie quali allergie o asma.
Inconsapevolmente ogni giorno ne assumiamo in quantità elevate, infatti sono largamente usati nel campo alimentare come conservante per evitare effetti indesiderati e aumentare la durata dei prodotto o come antiossidanti, coloranti per ridurre l’imbrunimento di molti cibi.
Nel campo farmaceutico come conservanti (azione antisettica),
Molte volte vengono usati anche nel materiale di imballaggio come cellofan per ridurre al minimo il deterioramento degli alimenti.
Gli alimenti che contengono questo additivo sono molteplici, ne riportiamo una breve lista:
-vino
-birra (meno frequente) alcolica e non alcolica
-alcuni cereali che contengono aggiunte di amidi particolari
-prodotti di salumeria
-Succhi di frutta
-frutta disidratata
-marmellate
-insalate e macedonie in ristoranti e alberghi (in alcuni casi vengono usati degli spray per evitare che imbruniscano, mantenendo cosi un aspetto "fresco")
-frutta secca
-ecc
La soglia massima di assunzione giornaliera che e posta tra 0 e 0,7 mg per kg di peso ideale, che può essere tranquillamente superata a causa dell’ ubiquità di tale additivo, soprattutto nei forti consumatori di frutta secca e vino.
Negli adulti la maggior fonte di solfiti e rappresentata proprio dai vini.
Tenete presente ad esempio che un uomo di 70 kg può al massimo assumere 50 mg di solfiti al giorno ed un vino in media ne contiene 150 mg/l, quindi con 330 ml raggiunge la dose massima consentita al giorno, senza tener presente che i solfiti si trovano in moltissimi altri cibi che quotidianamente si consumano.
Perchè il vino contiene cosi tanti solfiti?
I solfiti nel vino vengono aggiunti sotto forma liquida, gassosa o solida (metabisolfito di potassio) per esplicare le seguenti funzioni:
-Antisettica: interferisce sulle funzioni vitali dei microrganismi, inibendoli o provocandone la morte.
Essa si comporta in modo selettivo, colpendo prima i batteri, poi i lieviti, per cui, a seconda delle quantità adoperate, può essere impiegata per eliminare solo i primi od entrambi;
-Antiossidasica: inibisce gli enzimi ossidatici tirosinasi e laccasi.
Un vino non ha l’obbligo di riportare in etichetta la dicitura solfiti, quando la loro concentrazione non è superiore a 10 mg/l.
Tenete presente che ottenere un vino con zero solfiti è praticamente impossibile, in quanto i lieviti ne producono naturalmente una piccola quantità.
La cosa pero sulla quale vi invito a riflettere e che se un vino contiene 11 mg/l di solfito oppure 200 mg/l voi non lo saprete mai, perche in etichetta non è obbligatorio riportare le quantità.
Quindi in situazioni di incertezza, o si conosce direttamente il produttore, oppure se si va alla cieca conviene orientarsi verso prodotti con pochi solfiti aggiunti, che per fortuna esistono in commercio.
Quali effetti ha l'anidride solforosa sulla salute?
L’anidride solforosa provoca vari disturbi, infatti influenza negativamente l’assorbimento della vitamina B1 provoca irritazioni gastriche e il famoso cerchio alla testa.
In particolare i solfiti sono molecole che creano reazioni non allergiche ma reazioni di sensibilità, può causare disturbi respiratori in soggetti asmatici pochi minuti dopo l’ingestione (Halpern GM et al, 1985 Annals of allergy).
Altri lavori hanno confermato gli effetti avversi che i solfiti procurano al corpo (es. H. Vally et al; Clinical effects of sulphite additives, Clinical & Experimental Allergy, 2009).
Resta solo che chiedersi se siano veramente necessari e se l’industria alimentare non debba rivedere le proprie posizioni su questo additivo.
Inoltre l'anidride solforosa può apportare anche questi effetti indesiderati:
-Anormale apporto di ossigeno al sangue con conseguente cefalea; -inibizione della secrezione della pepsina (enzima proteolitico dello stomaco);
-irritazione della mucosa gastrica con conseguente nausea e vomito.
Quindi impariamo per prima cosa a bere sano e naturale con i vini a basso contenuto di solfiti e inoltre impariamo a leggere le etichette dei prodotti quando andiamo a fare la spesa.
I solfiti sono additivi e come tali la loro aggiunta va segnalata sotto forma di sigla (E che indica la sigla dei conservanti).
Inoltre tutti i vini alla quale sono stati aggiunti i solfiti riportano la scrittura "Contiene Solfiti".
La sigla sugli alimenti e compresa tra E220-E228.
E220 Anidride Solforosa
E221 Sodio Solfito
E222 Sodio Solfito Acido
E223 Sodio Disolfito
E224 Potassio Disolfito
E226 Calcio Solfito
E227 Calcio Bisolfito Acido
E228 Solfito Acido di Potassio
Se ci tenete alla vostra salute, ora che lo sapete iniziate a controllare le etichette dei cibi che normalmente consumate e se siete consumatori abituali di vino (soprattutto vini bianchi) prendete in considerazione il consumo di vini a basso contenuto di solfiti aggiunti.
I vini naturali, che potete trovare presso “La Cantina di Alessia” di Vaprio d’Adda (MI) in Viale Monte Grappa, 17- garantiscono un contenuto di Solfiti compreso fra 10 - 20 mg/l per gli sfusi e 30 - 40 mg/l per i confezionati.
Da anni, il binomio vino-salute, si propone sempre più alla nostra attenzione, sia dal punto vista scientifico sia da quello più prettamente alimentare.
Come noto, possiamo riconoscere al vino un ruolo nutrizionale, ricreazionale, alimentare e farmacologico, senza dimenticare e tralasciare il fatto che rappresenta un potente volano economico di svariate regioni italiane.
Il ruolo giocato dal vino nelle nostra alimentazione affonda le radici nella storia stessa dell'uomo, ma solo in questi ultimi anni si e' cominciato a valutarlo in maniera analitica al fine di individuare le sostanze che lo compongono e il loro impatto sulla nostra salute.
A questo proposito, tra le componenti fitochimiche più rappresentative, sono presenti quelle a struttura polifenolica tra cui la vitamina P che comprende un gruppo di sostanze in grado di ridurre lo stress ossidativo che i radicali liberi provocano alle cellule.
Al gruppo dei polifenoli appartengono anche componenti in grado di vantare effetti protettivi specifici che vanno al di là di quello antiossidante, tra questi uno dei più interessanti e' sicuramente il trans-resveratrolo, un polifenolo particolarmente presente nei vini rossi.
E' accertato che il trans-resveratrolo e' una sostanza dotata di attività anticoagulante, antinfiammatoria ed è sicuramente uno dei motivi per cui il vino rosso, consumato in modiche quantità ha un ruolo preventivo sulle patologie coronariche.
Naturalmente non tutti i pregi appartengono al solo vino rosso, in quanto è dimostrato come altre componenti presenti in particolare nei vini bianchi, riescano a ridurre il rilascio di sostanze infiammatorie dai monociti; tra queste bisogna ricordare in particolare il tirosolo e acido caffeico.
Da non trascurare inoltre la particolare ricchezza del vino in alcuni aminoacidi tra cui la prolina e la arginina.
La prolina (1° aminoacido per abbondanza) e' un precursore dell'idrossiprolina, fondamentale costituente del collageno e importante marcatore urinario per il monitoraggio dell'osteoporosi.
L'arginina (2° aminoacido per abbondanza) e' un precursore dell'ossido nitrico, potente vasodilatatore in grado ridurre il rischio di attacchi cardiaci.
Dobbiamo però' riconoscere nel vino anche la presenza di fattori antinutrizionali, cioè di sostanze che possono ridurre la fruibilità del prodotto. Tra queste ovviamente l'etanolo, che seppure in modiche quantità sembrerebbe correlato ad un effetto vasodilatatore coronarico, a quantità più elevate mostra ben presto effetti tossici sistemici.
Tra i fattori antinutrizionali sono rappresentati tannini, polimeri polifenolici, in grado di interferire con l'assorbimento di ioni metallici come quello ferroso, ma che d'altro canto agiscono da batteristatici e giocano un ruolo fondamentale nella percezione gustativa.
In conclusione il vino al pari di ogni alimento si presenta con il suo carico di sostanze potenzialmente benefiche o tossiche e questo spesso finisce per disorientare il consumatore.
Come spesso succede, la discriminante e' legata alla quantità di prodotto consumato, che distingue l'effetto salutare da quello tossico.
La nostra è un epoca in cui è di moda privilegiare alimenti energetici e plastici a scapito di quelli protettivi, con conseguente proliferazione delle cosiddette “patologie del benessere” il più delle volte legate ad eccessi alimentari che paradossalmente espongono l'organismo a carenze di micronutrienti.
In questa ottica il vino può essere considerato un prezioso alleato in quanto ci consente di curare la nostra salute gratificando il nostro palato.
I solfiti sono composti praticamente sconosciuti a gran parte delle persone, a meno che non soffrano di patologie quali allergie o asma.
Inconsapevolmente ogni giorno ne assumiamo in quantità elevate, infatti sono largamente usati nel campo alimentare come conservante per evitare effetti indesiderati e aumentare la durata dei prodotto o come antiossidanti, coloranti per ridurre l’imbrunimento di molti cibi.
Nel campo farmaceutico come conservanti (azione antisettica),
Molte volte vengono usati anche nel materiale di imballaggio come cellofan per ridurre al minimo il deterioramento degli alimenti.
Gli alimenti che contengono questo additivo sono molteplici, ne riportiamo una breve lista:
-vino
-birra (meno frequente) alcolica e non alcolica
-alcuni cereali che contengono aggiunte di amidi particolari
-prodotti di salumeria
-Succhi di frutta
-frutta disidratata
-marmellate
-insalate e macedonie in ristoranti e alberghi (in alcuni casi vengono usati degli spray per evitare che imbruniscano, mantenendo cosi un aspetto "fresco")
-frutta secca
-ecc
La soglia massima di assunzione giornaliera che e posta tra 0 e 0,7 mg per kg di peso ideale, che può essere tranquillamente superata a causa dell’ ubiquità di tale additivo, soprattutto nei forti consumatori di frutta secca e vino.
Negli adulti la maggior fonte di solfiti e rappresentata proprio dai vini.
Tenete presente ad esempio che un uomo di 70 kg può al massimo assumere 50 mg di solfiti al giorno ed un vino in media ne contiene 150 mg/l, quindi con 330 ml raggiunge la dose massima consentita al giorno, senza tener presente che i solfiti si trovano in moltissimi altri cibi che quotidianamente si consumano.
Perchè il vino contiene cosi tanti solfiti?
I solfiti nel vino vengono aggiunti sotto forma liquida, gassosa o solida (metabisolfito di potassio) per esplicare le seguenti funzioni:
-Antisettica: interferisce sulle funzioni vitali dei microrganismi, inibendoli o provocandone la morte.
Essa si comporta in modo selettivo, colpendo prima i batteri, poi i lieviti, per cui, a seconda delle quantità adoperate, può essere impiegata per eliminare solo i primi od entrambi;
-Antiossidasica: inibisce gli enzimi ossidatici tirosinasi e laccasi.
Un vino non ha l’obbligo di riportare in etichetta la dicitura solfiti, quando la loro concentrazione non è superiore a 10 mg/l.
Tenete presente che ottenere un vino con zero solfiti è praticamente impossibile, in quanto i lieviti ne producono naturalmente una piccola quantità.
La cosa pero sulla quale vi invito a riflettere e che se un vino contiene 11 mg/l di solfito oppure 200 mg/l voi non lo saprete mai, perche in etichetta non è obbligatorio riportare le quantità.
Quindi in situazioni di incertezza, o si conosce direttamente il produttore, oppure se si va alla cieca conviene orientarsi verso prodotti con pochi solfiti aggiunti, che per fortuna esistono in commercio.
Quali effetti ha l'anidride solforosa sulla salute?
L’anidride solforosa provoca vari disturbi, infatti influenza negativamente l’assorbimento della vitamina B1 provoca irritazioni gastriche e il famoso cerchio alla testa.
In particolare i solfiti sono molecole che creano reazioni non allergiche ma reazioni di sensibilità, può causare disturbi respiratori in soggetti asmatici pochi minuti dopo l’ingestione (Halpern GM et al, 1985 Annals of allergy).
Altri lavori hanno confermato gli effetti avversi che i solfiti procurano al corpo (es. H. Vally et al; Clinical effects of sulphite additives, Clinical & Experimental Allergy, 2009).
Resta solo che chiedersi se siano veramente necessari e se l’industria alimentare non debba rivedere le proprie posizioni su questo additivo.
Inoltre l'anidride solforosa può apportare anche questi effetti indesiderati:
-Anormale apporto di ossigeno al sangue con conseguente cefalea; -inibizione della secrezione della pepsina (enzima proteolitico dello stomaco);
-irritazione della mucosa gastrica con conseguente nausea e vomito.
Quindi impariamo per prima cosa a bere sano e naturale con i vini a basso contenuto di solfiti e inoltre impariamo a leggere le etichette dei prodotti quando andiamo a fare la spesa.
I solfiti sono additivi e come tali la loro aggiunta va segnalata sotto forma di sigla (E che indica la sigla dei conservanti).
Inoltre tutti i vini alla quale sono stati aggiunti i solfiti riportano la scrittura "Contiene Solfiti".
La sigla sugli alimenti e compresa tra E220-E228.
E220 Anidride Solforosa
E221 Sodio Solfito
E222 Sodio Solfito Acido
E223 Sodio Disolfito
E224 Potassio Disolfito
E226 Calcio Solfito
E227 Calcio Bisolfito Acido
E228 Solfito Acido di Potassio
Se ci tenete alla vostra salute, ora che lo sapete iniziate a controllare le etichette dei cibi che normalmente consumate e se siete consumatori abituali di vino (soprattutto vini bianchi) prendete in considerazione il consumo di vini a basso contenuto di solfiti aggiunti.
I vini naturali, che potete trovare presso “La Cantina di Alessia” di Vaprio d’Adda (MI) in Viale Monte Grappa, 17- garantiscono un contenuto di Solfiti compreso fra 10 - 20 mg/l per gli sfusi e 30 - 40 mg/l per i confezionati.